UFC 249 – Tifosi e addetti ai lavori di MMA e pugilato, si sa, non vanno granché d’accordo. Vuoi per due filosofie totalmente opposte e, soprattutto, per gare di ascolti e di numero di tifosi, la pace tra questi due mondi tanto simili quanto distanti non sembra poter esserci. Ne sono la riprova le recenti dichiarazioni di Bob Arum.
A BERSAGLIO – Il potente promoter di pugilato, boss della Top Rank, ha sfoderato un micidiale jab (verbale, si intende) verso Dana White.
L’organizzatore 81enne, nel corso di un podcast in onda su CBS Sports, ha attaccato duramente il comportamento di White in questi giorni. Il tutto nasce dalla ferrea volontà del presidente UFC di voler far disputare comunque UFC 249. Il motivo è semplice. Con gli altri sport fermi, in particolar modo quelli che vanno per la maggiore negli States, la card potrebbe far registrare dati di ascolto incredibili. E l’offerta dell’evento non è un qualcosa che capita tutti i giorni. Il main event prevede (almeno per ora, voli tra Russia e USA permettendo) la difesa di Khabib Nurmagovedov del titolo dei leggeri contro Tony Ferguson.
Dovrebbe vergognarsi di sé stesso. Con tutto quello che sta succedendo nel mondo, l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è un evento che abbia luogo chissà dove e senza spettatori. Da Dana White però non mi sorprende più nulla, è noto come abbia un’intelligenza imperfetta. Il messaggio per tutti è quello di rimanere a casa. Oltre a mettere i propri lottatori in serio pericolo, fa anche passare un messaggio sbagliato. È come se dicesse «Io sono Dana e faccio come voglio». Se fa disputare la card nonostante negli ospedali degli Stati Uniti stanno morendo tantissime persone non lo guarderei più in faccia.
Conoscendo Dana, aspettiamo una domanda sullo stesso livello. MMA e boxe, amici mai.
Articolo a cura di Roberto Gentili