Anderson Silva è uno degli atleti più vincenti della storia della UFC. Un futuro hall of famer che ha dominato per moltissimi anni qualunque avversario si sia trovato di fronte nella gabbia.
La sua striscia fatta di 16 vittorie consecutive in UFC si interruppe nel 2013 per mano di Chris Weidman. In quell’anno, per sua stessa ammissione, il brasiliano si sarebbe dovuto ritirare. Ma fu proprio quella sconfitta a riscrivere la storia.
Prima del match con Weidman ero già stufo – ha dichiarato Silva durante un’intervista con MMA Fighting – Non ne ho mai parlato apertamente con nessuno. Ho solo detto a mia moglie che se avessi vinto mi sarei ritirato.
Niente epilogo felice invece, ma solo una cocente sconfitta che indusse Silva a ripartire.
Feci la rivincita con Weidman e mi ruppi una gamba – continua The Spider – Penso che fosse un messaggio di Dio che mi diceva di continuare, di andare avanti. C’era voluto così tanto per arrivare qui ed ora non potevo fermarmi.
La scelta di continuare si rivelò però deleteria. Silva infatti dopo le due sconfitte con Weidman non fu più lo stesso e collezionò una sola vittoria (con Derek Brunson) in sei incontri, considerando anche il no contest – originariamente una vittoria – contro Nick Diaz.
Un record negativo che ha sporcato il curriculum di un campione senza tempo al quale spettava, senza ombra di dubbio, un finale di carriera migliore.