Danilo Belluardo “Al Gloria ho trovato la mia dimensione. UFC? L’obiettivo resta quello”
29 Aprile 2020 0 Di Riccardo ColellaSguardo sornione ma illuminato dalla gioia della paternità, Danilo Belluardo è intervenuto sul profilo instagram di Alex Dandi, palandoci del suo passato, del suo presente e soprattutto del suo futuro che, alla luce del cambio di manager e del nuovo Team di allenamento, appare decisamente interessante.
“Il mio match del Cage Warriors è saltato per via del Coronavirus, anche se l’evento, poi, si è tenuto lo stesso… ma non mi hanno permesso di partire e così è stato annullato. Ora ho firmato con un nuovo manager, Fernando Lopez di MMA Factory, che gestisce tanti campioni come Ngannou… Certo che , ad ora, non so quando ripartiranno gli eventi… spero il prima possibile. Lopez ha sottomano la Ares, e io spero di firmare un contratto con loro, per almeno quattro match… e poi l’obiettivo rimane sempre lo stesso (sorride). Spero di tornare presto… ma dovrò ripartire da zero. Piedi per terra e si riparte. Sinceramente non sono molto contento di come è andata finora… È stata un’esperienza, quella con UFC… e quelle sconfitte mi hanno fatto maturare un casino sia a livello caratteriale che come mentalità. Ora sono un’altra persona…”.
Con appena 25 anni e un bagaglio d’esperienza tutt’altro che scarno, il fighter milanese ha avuto qualche screzio con Pimblett, per le parole dell’inglese nei confronti dell’Italia.
“Io ho preso un po’ la palla al balzo per via del fatto che ha insultato l’Italia; ma volevo già affrontarlo. Lui veniva da una vittoria e sarebbe stato un buon match… e lui aveva anche accettato… almeno a parole. Poi magari non si sarebbe mai fatto, perché lui è uno che parla ma poi accetta tutti i match che se possono rovinargli la carriera o il record non li accetta. Se c’è anche una minima possibilità di uscire sconfitto da un match, lui non lo prende…”.
Si passa quindi al presente di Danilo. L’atleta di sofferma sul suo novo Team di allenamento.
“Per il curriculum che ho, non merito di stare fermo come un cane sciolto… merito una promotion. Avrei firmato anche per Bellator… ma non mi hanno fatto sapere niente e quindi sono così… Ma ora sono al Gloria e sto benissimo qui. Io volevo già venirci da un po’… anche perché quando stavo con il mio vecchio team la mentalità era un po’ diversa: “tu non vai di qua… non ti alleni di là…”. C’era ovviamente un po’ di concorrenza e quindi ho sempre evitato. Poi ho lasciato il team e mi sono detto “perché no?”. Ho provato anche diversi team ma non mi sono mai trovato bene. Qui al Gloria, invece, sono rimasto a bocca aperta, perché c’è una squadra di professionisti e si avvicinano un sacco allo stile americano. Ma tanto.. lo stile, la mentalità… poi ti fanno sentire a casa, e quello è tutto. Ora per la prima volta mi alleno a Roma. Mi sono anche allenato negli Usa… tanta roba. Ma per il mio stile, non era adatto… mi sono sentito spiazzato. Quando mi allenavo con il vecchio coach, lì anche quando facevo sparring c’era la gabbia; ed è tutto diverso. I takedown, ecc… sono completamente diversi. Mi sono allenato anche in Slovenia, poi negli USA e ora al Gloria. Qui ho trovato la mia dimensione… mi sento parte del team, almeno da parte mia. E penso di rimanerci per il resto della mia carriera… perché una cosa così, in Italia, non penso ci sia. Alcuni maestri, oggi, si improvvisano “tuttofare”… c’è il maestro che insegna MMA, grappling, jujitsu, solo perché ha esperienza… e invece al Gloria ci sono i coach dedicati: dalla thai, al pugilato. Ci sono i preparatori… le varie categorie di peso… lo sparring lo fai con uno della categoria e non in modo improvvisato con uno che pesa 100 kg. Oggi il Gloria è il meglio. Ho già fatto sparring con Carlo (Pedersoli Jr, ndr), ho girato di grappling e wrestling con Alessio (Di Chirico, ndr). Ho girato un po’ con tutti. Sono davvero contento per questa nuova esperienza e mi trovo bene con Lorenzo (Borgomeo, ndr). Mi serviva una persona come lui al mio fianco…”.
Belluardo aggiunge, inoltre, una piccola riflessione sul nuovo manager e gli allenamenti casalinghi.
“Ora sono con Fernand Lopez anche grazie a Lorenzo. È il terzo manager che cambio… perché tutti ti promettono, ma tra il dire e il fare, c’è di mezzo un oceano. È vero che con Jason House sono arrivato in UFC e di lui sono stracontento. Ma come “agganci, ha solo quella… e i match, poi, me li dovevo trovare tutti io… Con Lopez ora sono contento e spero in bene. Anche perché non ce la faccio più a stare fermo… cerco di allenarmi come posso ma da casa non è semplice. Sono abituato ad allenarmi due volte al giorno e ora è tutt’altra cosa… è tutto sballato”.
Iniziano ad arrivare le domande dei follower e Danilo risponde in tutta sincerità
“Io ho iniziato ad allenarmi a 18 anni. C’era ancora il light contact. I primi match da semi-pro non sono andati benissimo… ma lì avevo 18 anni e combattevo con gente molto più esperta di me, che ne aveva 30. Con mio padre, sono cresciuto col mito di Bruce Lee e da lì ho voluto provare e mi sono appassionato. Ora sono ossessionato dalle MMA… sono in un tunnel da cui non si esce più. Mi sono appassionato guardando Sakara… e volevo combattere come faceva lui. Quindi mi sono sempre allenato per combattere, anche se non avevo un vero e proprio traguardo. Poi ho scoperto le varie Bellator e UFC. Ma io sono così… se mi chiedono di combattere, io accetto… che da un punto di vista è sbagliato eh… Tornando indietro, brucerei meno le tappe e ragionerei di più con la mia testa. Ma io mi sentivo pronto. Anche quando ero all’Alpha Male e mi allenavo coi top… Il livello era quello. Potevo avere delle piccole lacune… ma proprio dei dettagli. Però ero pronto… ma non mentalmente. Non credevo molto in me. Per dirne una, contro Paternò… sono stato superficiale e ho accettato un match in una categoria che non era la mia. E anche se avevo iniziato dominando il match, poi queste scelte le paghi… perché poi in categorie superiori la stanchezza si fa sentire e lì poi sono calato mentalmente. Ovvio che perdere faccia parte del gioco: se giochi, perdi… altrimenti non perdi mai”.
A Danilo Belluardo viene viene chiesto quali siano i suoi maggiori rimpianti.
“I miei due rimpianti più grossi sono proprio le due sconfitte in UFC… lì stavo quasi per cadere in depressione. Perché un fighter quando perde… io sono orgoglioso. E la cosa non mi va giù. Ora, però, non vedo l’ora di rientrare nell’ottagono, combattere e vincere… perché la vivo male… Anche con Alvarez… lì è la testa. Quella fa il 60% di un fighter. Puoi essere super allenato; ma se non hai la testa, non puoi combattere. Non servono solo muscoli e tecnica… se non sai affrontare determinate situazioni, non puoi fare il fighter. Nel mio caso ci sono periodi di alti e bassi… a volte arrivo carichissimo e faccio un gran match. Altre dove arrivo meno sicuro… Credo che ogni fighter abbia bisogno di un motivatore. Quello fa tanto. Se fai tutto di testa tua, non hai una lunga carriera. Hai bisogno di uno che sia lì, a motivarti sempre… hai bisogno anche di sentirtele dire certe cose. Sono cose che, nella vita di un fighter, servono”.
Immancabile la domanda post pandemia.
“Vorrei provare ad allenarmi tre volte al giorno e farmi trovare pronto per combattere ad Ottobre. Spero in Bellator Italia… Appena mi daranno l’autorizzazione per muovermi, andrò subito al Gloria per riprendere gli allenamenti. Per il futuro, cerco di pensare in modo positivo… spero che tutto possa tornare alla normalità e che si trovi presto un vaccino. Ci spero davvero tutti i giorni. È impossibile altrimenti… qui fallisce tutto il mondo… non solo l’Italia. Ci vorrà tempo e pazienza; ma ho fiducia che tornerà tutto come prima. Non può andare così… tutto bloccato. Si troverà un vaccino e si tornerà alla normalità. E io tornerò a fare quello che amo”.
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Info sull'autore
Giornalista ed infimo quanto discontinuo praticante di bjj, pugilato e muay thai. Scrivo di cinema e sport da combattimento quando non ascolto vinili. Il 23 settembre è uscito il mio libro "Professione Fenomeni".