UFC, Dan Hardy: “A 38 anni non sono finito, se torno in gabbia qualcuno si farà male”
9 Settembre 2020 0 Di RedazioneUFC – Dan Hardy non è più un fighter attivo da molto tempo, pur non avendo mai ufficializzato il proprio ritiro. Il pensiero di tornare a combattere è però costante, e forse potrebbe diventare realtà prima di quanto si possa pensare.
L’ultima apparizione del fighter inglese (25-10 MMA, 7-4 UFC) nell’ottagono risale al settembre 2012, quando sconfisse Amir Sadollah a Nottingham, sua città natale. Il match successivo avrebbe dovuto essere contro Matt Brown nell’aprile, ed avrebbe potuto aprirgli i piani alti delle gerarchie welter.
La diagnosi ed il ritiro forzato
Tuttavia quel match era destinato a non accadere, perché ad Hardy fu diagnosticata la sindrome di Woff-Parkinson-White (una condizione cardiaca relativamente comune che può però risultare fatale in condizioni estreme come un match pro) e fu costretto a ritirarsi. Decise di non operarsi e da allora ha più volte parlato della sua voglia di tornare a combattere. Forse, quel momento si sta avvicinando davvero.
In un’intervista per il podcast di Joe Rogan dello scorso agosto, Hardy raccontò di voler tornare a farsi testare dalla USADA nella speranza di fare ritorno all’attività agonistica. Ad oggi non lo ha ancora fatto, ma in un’intervista ad MMAJunkie ha raccontato di come veder combattere e vincere atleti più vecchi di lui come Ricardo Lamas e Frankie Edgar lo abbia motivato e convinto di poter ancora dire la sua.
L’importanza di esperienza e fighting IQ
Guardate Frankie Edgar – va ancora come un treno tutto il tempo. Mi ricordo il debutto di Frankie in UFC come se fossi ancora a scuola, eppure è più giovane di me. Bisogna capire che nelle MMA l’esperienza e l’intelligenza nella gabbia sono parametri fondamentali. So che Lamas ha detto di volersi ritirare, ma secondo me era in condizioni strepitose e può ancora dire la sua a 38 anni.
L’altra cosa che mi ha fatto ridere è stato guardare l’ultima card di Fight Island e trovarci 4 tizi più vecchi di me, due di loro nello stesso match (Mauricio Rua e Rogerio Nogueira). Ma la verità è che solo uno di loro aveva più esperienza nelle MMA di me. Io ho avuto molti match, e sono in giro da un bel po’. Ma ho subito un solo KO in carriera, non bevo da anni e non subisco traumi alla testa quotidianamente o più volte alla settimana.
La maggioranza delle sconfitte di Hardy è arrivata ai punti o per sottomissione, e non si è mai reso protagonista di scontri aperti tali da compromettere la sua salute. Questo può senz’altro essere un vantaggio qualora decidesse di mettersi di nuovo alla prova nell’ottagono.
Certo, vedo questi atleti andare forte a 38, 40, 42 anni e li rispetto. Ma vedo anche quanto si sono usurati e quanti danni hanno accumulato nel tempo rispetto a me. Se e quando deciderò di tornare a combattere, qualcuno le prenderà, anche se la gente non se ne rende conto.
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