UFC – Sono pochissimi nel mondo delle MMA gli atleti che possono vantare un curriculum immacolato, soprattutto nei piani alti delle divisioni dove la competizione è spietata. Khabib Nurmagomedov fa senz’altro parte di questo club d’élite, con un record nelle MMA che parla da solo: 28 vittorie e zero sconfitte da professionista (15-0 in UFC). La lista delle sue vittime eccellenti fa impressione: Dustin Poirier, Edson Barboza, Rafael Dos Anjos…ed ovviamente Conor McGregor.
Eppure anche al daghestano è toccato assaggiare l’amaro sapore della sconfitta. É successo tanto tempo fa, in una competizione amatoriale, l’esperienza è stata probabilmente devastante per un fighter con la mentalità di Khabib. Si potrebbe azzardare che questo unico risultato negativo sia stato il carburante della marcia inarrestabile che ha portato Nurmagomedov ai vertici delle MMA mondiali.
Il match in questione è una finale di Combat Sambo disputata nel 2005 da un Khabib diciassettenne. Dopo un match tirato in cui la futura star UFC sembra soffrire molto gli attacchi in linea bassa dell’avversario (forse per via dei danni accumulati nei match precedenti del torneo?), arriva la sconfitta per decisione unanime. Khabib si inginocchia scoppiando in lacrime, nonostante la sportività dell’avversario che lo abbraccia e lo solleva da terra.
La legge del combattimento non ammette deroghe e non fa sconti a nessuno. Neanche se ti chiami Khabib Nurmagomedov.
