Non si fermano mai gli eventi UFC, e non si fermano mai nemmeno le nostre notti di scrutini.
A UFC Las Vegas 27 abbiamo chiuso il nostro registro elettronico con una buona percentuale di promossi, ma anche con qualche bocciatura eccellente, a partire già dal match di apertura della main card che metteva di fronte due atleti a caccia di riscatto.
Sia Jack Hermansson, sia Edmen Shahbazyan infatti erano chiamati a risollevare la testa dopo le ultime sconfitte rimediate rispettivamente contro Marvin Vettori e Derek Brunson. A riuscirci è stato parzialmente solo Hermansson che, dopo un primo round in cui ha sofferto terribilmente lo striking di Shahbazyan, nella seconda e terza ripresa ha spostato il match di livello andando in un universo per lui più congeniale come quello rappresentato dalla lotta al suolo. Dieci minuti di controllo e tentativi sporchi di ground and pound che gli hanno permesso di ribaltare la contesa e aggiudicarsi la vittoria per decisione unanime. Voto 6.5 per The Joker, che si rilancia. Voto 4 per un sempre più inconstante Shahbazyan, il quale si è dimostrato ancora una volta impreparato dal punto di vista dell’esperienza al cospetto di un avversario più quotato.
Nel match successivo grande equilibrio fra Ricardo Ramos e Bill Algeo. Tre round appesi a un filo dove entrambi hanno piazzato ottime trame offensive. Più elusivo e fantasioso nello striking Algeo. Più concreto e abile nel ground game Ramos. Una sfida che sarebbe potuta andare davvero in qualsiasi direzione. Il verdetto dei giudici invece ha premiato Ricardo Ramos che si è portato a casa una vittoria per decisione unanime forse un po’ larga. Sul nostro registro invece non facciamo differenze e assegniamo un 6.5 a entrambi.
L’inframezzo della main card è stato caratterizzato dal match femminile fra Felicia Spencer e Norma Dumont. Un incrocio che non ha regalato tante emozioni visti i ritmi lenti e compassati messi in atto dalle atlete. Fra le due a farsi preferire è stata la Dumont grazie ad una maggiore gestione delle distanze e ad uno striking elementare che ha convinto i giudici ad assegnarle la vittoria per split decision. Voto 6 per una Dumont senza infamia e senza lode. Voto 4 invece per una spaesata Spencer.
Subito dopo è stata la volta dei giganti dell’ottagono con il match fra i pesi massimi Jared Vanderaa e Justin Tafa. Una scazzottata old school durata per tutti e quindici i minuti che ha visto uscire entrambi i fighters pesantemente segnati e sanguinanti. Niente di trascendentale dal punto di vista tecnico, ma comunque una sfida avvincente per la pesantezza e la mole di colpi che si sono scambiati. La vittoria è andata per decisione unanime a Jared Vanderaa ma noi, anche questa volta, non facciamo distinzioni e diamo un 7 a entrambi per averci regalato il Fight of The Night.
Nel co-main event dominio brutale di Carla Esparza che ha letteralmente annientato Yan Xiaonan. Un vero e proprio incubo per la cinese che si è vista annullare il suo pericolosissimo striking dalla strategia della Esparza che, sin dal primo gong, l’ha immediatamente portata nelle profondità dell’oceano soffocandola con il suo wrestling. Una prova senza possibilità d’appello che ha costretto l’arbitro ad interrompere il match nel secondo round. Voto 3 per una ridimensionatissima Yan Xiaonan. Voto 8 per una Esparza versione Daghestan.
Siamo giunti con la nostra analisi come sempre al main event. A UFC Vegas 27 abbiamo assistito ad un match molto importante per il futuro della divisione dei pesi gallo. L’incrocio fra il numero 3 del ranking Rob Font e il numero 4 Cody Garbrandt metteva in palio infatti, seppur non in maniera ufficiale, un pass per una sfida valida per il titolo ad interim data l’assenza prolungata del campione Aljamain Sterling.
Ad aggiudicarselo è stato Rob Font con verdetto unanime e con una prova d’autore davvero impressionante. 180 colpi significativi a segno, ottimo timing, controllo dell’ottagono da manuale e buona reazione nei tentativi di takedown di Garbrandt, il quale si è ritrovato spesso a dover chiudere la distanza per limitare il jab e le sequenze del suo avversario. Un Garbrandt pericoloso solo con i suoi soliti ganci in counter striking, poi il nulla.
Una pesante battuta d’arresto per “No Love” sancita anche dalle nostre pagelle con un inesorabile 4. Voto 8 invece per Rob Font e per la sua prestazione a tratti scientifica nell’applicazione del game plan.