Che le esternazioni di Joe Rogan facciano sempre clamore, nel bene o nel male, è cosa più che nota. Prova ne è la recente querelle che l’ha visto coinvolto in un “triello” con Neil Young e Spotify, per via di alcune dichiarazioni sul tema dei vaccini, malamente digerite dal cantautore canadese e, successivamente, da altri musicisti. Non è la prima volta, infatti, che tramite il podcast Joe Rogan Experience, il commentatore UFC si lasci andare a opinioni sui generis che, proprio per la grande cassa di risonanza che lo stesso podcast garantisce, esplodano poi in veri e propri tsunami.
Lo stesso Rogan ha più volte ribadito come, almeno negli intenti, l’obiettivo del podcast non dovrebbe essere quello di alimentare intenzionalmente polemiche o litigi ma, anzi, di favorire uno sano scambio di idee, opinioni e punti di vista differenti. A conti fatti, però, è innegabile come le migliori intenzioni siano quelle che, prima di tutte, finiscano per sciogliersi come neve al sole. E il “povero” Rogan, non di rado, si è trovato nelle condizioni di dover chiedere pubblicamente scusa per quanto venuto fuori dal podcast.
Nell’ultimo fine settimana, ad esempio, Joe Rogan è stato nuovamente accusato di razzismo, come peraltro già successo in passato, per via di un video nel quale lo si vedeva pronunciare (più volte nel corso degli anni) la parola “negro” durante il suo podcast. A gettare benzina sul fuoco, un video in cui lo stesso Rogan raccontava di quando, recatosi in un quartiere popolato per lo più da afroamericani, esclamava: “Siamo arrivati sul pianeta delle scimmie! Eccoci in Africa!”. Anche stavolta, immancabili, sono arrivate le scuse di Rogan che si è detto mortificato per l’accaduto e ribadendo che mai avrebbe voluto esprimersi con toni considerati razzisti.
In tutto questo bailamme, avete presente il detto che recita “le disgrazie non vengono mai sole”? Accade allora che il 45° presidente degli Stati Uniti, con l’aplomb che lo contraddistingue da sempre (…), si schieri in difesa del commentatore UFC, proprio in virtù delle ultime scuse pronunciate da Rogan.
“Joe Rogan è un ragazzo interessante, popolare e di successo. Ma deve smetterla di chiedere scusa per ogni cosa che dice, altrimenti sembrerà un debole. Non deve chiedere scusa per ogni fake news che lo tiri in ballo e per i deliri di quei pazzi maniaci della sinistra radicale! In quanti modi deve dire che gli dispiace?”.
Donald Trump ha quindi continuato, rivolgendosi proprio a Rogan.
“Joe, fai quello che sai fare così bene e non lasciare che ti facciano sembrare debole o spaventato. Non lo sei e non lo sarai mai!”.
E buona grazia che Trump sia uno che di scuse se ne intende. Come quando finì nell’occhio del ciclone per quelle registrazioni in cui scherzava sul palpeggiare delle donne o quando, nel 2018, si scusò parzialmente dopo aver ritwittato dei contenuti a sfondo razzista verso la comunità islamica. Sorvolando, però, su questioni che poco hanno a che fare con le MMA, è bene ricordare come Trump sia stato risucchiato, stavolta involontariamente, nella rivalità che vede coinvolti Colby Covington e Jorge Masvidal. I due fighter sono proiettati al prossimo 5 marzo, data in cui si affronteranno nel main event di UFC 272. Tra una frecciatina e un’altra, entrambi gli atleti sostengono di godere delle preferenze dello stesso Trump che, da parte sua, non è nuovo ad incursioni del mondo degli sport da combattimento. Per le reali simpatie di Trump, laddove dovessero mai venire fuori, non dovremo far altro che attendere il momento dell’incontro.