Ci sono atleti che sembrano avere nell’animo un destino segnato. Una via da percorrere nella quale forza e determinazione sono evidenti sin dalle loro prime affermazioni.
Nel panorama attuale delle MMA italiane uno dei primi nomi in cima alla lista quando si affrontano questi argomenti è sicuramente quello di Dylan Hazan.
Classe 1994, il fighter del team Aurora si sta sempre più mettendo in mostra con prestazioni schiaccianti e finalizzazioni spettacolari. Attualmente il suo record da professionista è di sette vittorie e nessuna sconfitta (ndr. record aggiornato al 31 marzo 2022).
Un percorso immacolato contraddistinto da un brutale ground and pound che sta diventando sempre più il suo marchio di fabbrica e con il quale abbiamo deciso di aprire proprio questa interessante chiacchierata.
È vero, credo che il ground and pound e la lotta siano i miei principali punti di forza – esordisce con un sorriso Dylan Hazan – Ovviamente cerco ogni giorno di migliorare su tutti gli aspetti del combattimento. Mi alleno molto di pugilato, di kickboxing e di grappling. Mi considero ancora all’inizio, anzi, non sono ancora nessuno. Il mio obiettivo è continuare a lavorare come sto facendo, mantenendo sempre un basso profilo. Sarà il tempo poi a dire se sarò riuscito a centrare tutti gli obiettivi che mi sono prefissato.
Dylan riavvolgiamo per un attimo il nastro. Ti stai imponendo come un ottimo striker, ma il tuo background affonda le radici in altre discipline. Ci racconti un po’ i tuoi inizi e quali sono state le tappe della tua formazione?
Ho cominciato con il judo. Poi sono passato alla lotta, che ho praticato per quasi dieci anni. È una disciplina che mi è subito piaciuta. Dopo poco tempo ero già nel giro della nazionale e non ne sono più uscito. Ho praticato otto anni di lotta libera e due di lotta greco romana. Sono stato campione italiano in entrambe le specialità. Ho partecipato a tre europei, un mondiale e altri tornei internazionali. Sono stati anni davvero molto importanti, poi però qualcosa si è interrotto. La mia ambizione era quella di entrare nei gruppi sportivi. Purtroppo le cose non andarono nel verso giusto a causa di alcune dinamiche poco chiare. Ci rimasi davvero male, ricordo che fu un periodo molto brutto, ma fortunatamente sono riuscito ad uscirne grazie anche al passaggio nelle MMA. Era il 2018 e con la gabbia è stato amore a prima vista. Già quando facevo lotta mi appassionavano tantissimo i match UFC o di altre promotion. Praticare una nuova disciplina mi ha motivato ad andare avanti e ricostruire la mia vita. Ho iniziato ad allenarmi di MMA a Bari e dopo sei mesi feci subito l’esordio da semi pro. Il destino volle che nello stesso evento era presente con un suo atleta anche Riccardo Carfagna. Nei giorni successivi lo contattai e fu subito molto disponibile con me. Inizialmente pensava che volessi fare solo un camp, invece gli dissi che volevo proprio trasferirmi a Roma per essere seguito da loro. Il 27 agosto del 2018 così feci le valigie e iniziai un altro capitolo della mia vita. Ora sono a Roma in pianta stabile da quasi tre anni e sono davvero felice della mia scelta.
Adesso che sei un fighter professionista di MMA, ci sveli come si svolgono le tue giornate di allenamento con il team Aurora e quali sono gli aspetti che curi maggiormente?
Abbiamo una settimana fitta e molto completa con due sessioni al giorno. Il lunedì facciamo striking e grappling. Il martedì abbiamo preparazione atletica e le sessioni ai colpitori. Il mercoledì sparring. Il giovedì striking e grappling. Il venerdì ground and pound e allenamenti individuali. Il sabato ancora preparazione atletica. Come si può capire da questo programma, in palestra si respira un’aria di profondo professionismo. Ascolto spesso in giro discussioni sul fatto che per allenarsi ad un certo livello bisogna lasciare l’Italia. Beh, non è così. Anche i compagni di allenamento sono molto forti, dei veri e propri campioni nonché fighters affermati. Io ho girato l’Europa per la lotta e devo dire che all’Aurora non abbiamo nulla da invidiare ai team internazionali. Un altro aspetto fondamentale è che mi sono subito sentito a casa pur non conoscendo nessuno all’inizio. I coach e gli altri atleti mi hanno infatti accolto benissimo e questo mi ha permesso di calarmi immediatamente nella nuova realtà e imparare sin da subito.
Indirizziamo adesso la lente sul Dylan fuori dalla palestra. Cosa ti piace fare nel tempo libero quando non ti alleni e quali sono le altre tue passioni?
Le mie giornate sono scandite dagli allenamenti che mi lasciano davvero poco tempo libero. A fine giornata mi sto ritagliando comunque degli spazi per studiare l’inglese. È qualcosa che ritengo fondamentale anche in ottica futura. Quando sono un po’ più libero mi piace invece leggere o, se sono lontano dai match, andare a ballare con gli amici per staccare un po’ la spina. Il mio pensiero fisso comunque è sempre rivolto al mio sogno e cioè continuare a vincere.
E a tal proposito gli ultimi due match sono stati davvero devastanti. La tua voglia di combattere in qualsiasi momento, anche in short notice, è evidente e traspare in ogni tuo pensiero. La domanda finale è d’obbligo: cosa c’è nel futuro di Dylan Hazan?
L’ho detto all’inizio, non amo fare proclami e mi piace sempre mantenere un basso profilo. Sarei un ipocrita però se non dicessi che il mio sogno è arrivare in UFC. È un obiettivo ambizioso e che necessita di tappe transitorie. Per esempio un mio pallino in questo momento è combattere al Cage Warriors. Mi sento pronto, sono disposto a combattere anche in short notice. In un contesto del genere potrei far bene e farmi notare ancora di più. Ma devo avere pazienza e fare un passo alla volta. Di una cosa però sono sicuro: pur di arrivare sono disposto a farmi uccidere nella gabbia. Può sembrare una frase forte da sentire, ma quando si chiude la porta accendo l’interruttore e non esiste più nulla. Combattere è la mia vita e farò di tutto per inseguire i miei sogni!