El Cucuy, The Bogeyman, l’uomo nero. Chiamatelo come vi pare: tanto ognuno di questi nickname rappresenta alla perfezione ciò che Tony Ferguson è realmente stato dal 2013 al 2019: un autentico spauracchio nella divisione dei pesi leggeri UFC.
Americano, classe 1984, El Cucuy ha esordito nella promotion di Dana White grazie al reality The Ultimate Fighter (che stravinse a suon di ko nel 2011).
Dopo aver conquistato il contratto fra i “grandi”, arrivarono subito due vittorie in UFC. Poi il primo stop, nel 2012, contro Michael Johnson per decisione unanime. In molti si sarebbero demoralizzati, Ferguson invece diede il via alla sua devastante striscia di 12 vittorie consecutive.
Dos Anjos, Kevin Lee, Barboza, Pettis, Cerrone. Questi sono solo alcuni dei nomi più famosi che El Cucuy ha letteralmente divorato rendendoli una maschera di sangue o sottomettendoli, a volte, anche in maniera drammatica.
Un fighter imprevedibile, non solo nell’ottagono, ma anche fuori visto il suo stile unico e difficile da decifrare per molti, compresi i suoi avversari.
Il tempo però, come si sa, passa per tutti e anche per il buon Tony, dall’alto dei suoi 37 anni, sembra aver lasciato il segno.
La sua streak di vittorie è terminata con una brusca sconfitta, il 9 maggio 2020, impartita da Justin Gaethje ad UFC 249.
Un incontro che non ha lasciato spazio ad interpretazioni. Un match dove The Highlight ha letteralmente umiliato per cinque round Ferguson demolendo non solo credibilità e legacy, ma anche la sua chance titolata contro Khabib Nurmagomedov.
Quel match con Gaethje arrivò proprio in sostituzione a quello con il daghestano in un momento delicato per UFC e per tutto il mondo a causa della pandemia. Eppure Ferguson non fece nessun tipo di calcolo. Accettò per il puro e semplice piacere di combattere, come quando tagliò comunque il peso il 18 aprile, consapevole del match saltato. Quella volta, così come tante altre, lo ha fatto come sempre con la sua amabile strafottenza.
Il match sappiamo tutti come è andato a finire. Dopo quella pesante debacle c’è chi dice che l’età biologica del Cucuy fosse giunta. C’è chi dice che il taglio del peso sia stato un fattore determinante. E poi c’è chi dice semplicemente che The Highlight fosse troppo per Ferguson.
In tutto questo, come sempre, c’è un fondo di verità in ogni affermazione. Fatto sta che Tony, 7 mesi dopo, è stato costretto ad una nuova battuta d’arresto contro il fighter del momento: Charles “Do Bronx” Oliveira.
Il brasiliano, asso del jiu jitsu e per anni eterna promessa mai mantenuta, è finalmente sbocciato arrivando al match contro Ferguson in uno stato di forma straordinario. A sostenerlo anche le 7 vittorie consecutive inanellate negli ultimi anni in cui non solo ha mostrato al mondo un jiu jitsu di livello assoluto, ma anche un pregevole striking.
Nonostante il cuore, nonostante una difesa da leva al braccio da manuale, Tony è risultato ancora una volta totalmente inerme di fronte allo strapotere di un avversario che lo ha surclassato sia in piedi che a terra.
Ma El Cucuy non è uno che getta la spugna facilmente e così ecco arrivare un altro giro e un’altra corsa.
Il 15 maggio 2021, a UFC 262, Ferguson si è ritrovato di fronte Beneil Dariush in quello che si presentava come il suo ultimo treno, la sua ultima chance.
Nonostante la sconfitta però è ancora qui, per un altro match contro Michael Chandler che potrebbe questa volta davvero definitivamente pensionare Tony, o riaccendere una flebile fiamma che rilanci nuovamente El Cucuy nei peggiori incubi dei suoi avversari.
Al tempo la sentenza, a noi lo spettacolo.